© Salvatore Benvenga 2016
INDUSTAR 50-2
KMZ INDUSTAR 50-2 (50mm f/3,5)
Un
obiettivo
russo
di
incredibile
compattezza.
Qui,
nella
versione
con
attacco
passo
a
vite
M42.
Poca
spesa
ma
tanta
resa,
come
si
dice
in
questi
casi.
Un
“pancake”
nella
focale standard che merita attenzione.
Un
ringraziamento
al
carissimo
Marco
R.
che
mi
ha
fornito
questo esemplare per i test.
C’ERA UNA VOLTA…
La KMZ ( Krasnogorski Mekhanicheskii Zavod ovvero Industria Meccanica di Krasnogorsk (periferia occidentale di Mosca a una
trentina di chilometri dal centro) nasce nel 1942 con lo scopo di produrre equipaggiamento ottico per l’esercito sovietico.
Anche negli anni a seguire - come in molti altri settori dell’economia sovietica - questa industria manterrà la doppia veste
civile e militare. Appena terminata la II guerra mondiale, nel 1946 , la fabbrica avvia la produzione di una fotocamera a
soffietto di ispirazione Ikonta Zeiss, la Moskva, formato pellicola 6x9 che sarà prodotta in cinque versioni. Sebbene la KMZ sia
più famosa per le sue 35mm, essa non abbandonerà del tutto il settore del medio formato (pellicola 120), dato che negli anni
60 produrrà anche la Iskra in poco meno di quarantamila esemplari.
Nel 1948 avvia la produzione delle 35 mm FED e l’anno successivo quella delle Zorki (tutti
modelli a telemetro,repliche russe della Leica). Nel 1952 comincia la produzione delle reflex
Zenit. Per la verità la produzione di alcuni modelli Zenit (tra cui ET, 12XS, 21XS ed altri)
viene lasciata alla MMZ (Minsk Industria Meccanica di Minsk, Bielorussia) fabbrica fondata nel
1957 e che nel 1971 assumerà il nome di BelOMO. Questa azienda produrrà anche alcuni
obiettivi Helios (44-2 e MC 44-3). Nel 1993 la KMZ muta ragione sociale e diventa S.A.Zverev
KRASNOGORSKY ZAVOD JSC.
A puro titolo di cronaca, andrebbe correttamente aggiunto che i russi furono tra i primi a produrre SRL 35mm, presso la loro
più antica fabbrica del settore : la GOMZ (Industria Ottica Meccanica di Stato) a Leningrado, azienda che nel 1962 assumerà il
nome con cui è assai nota, ovvero LOMO acronimo di Unione Ottica Meccanica Leningrado ).
DATI TECNICI
Industar 50mm 50-2 M42:
Lunghezza focale 50mm (52,8mm)
Angolo di campo : 46°
Max apertura diaframma f/3,5
Min. apertura diaframma f/16
Peso: 70 grammi
Quattro lenti in tre gruppi
Diaframma a 7 lamelle
Min. distanza di messa a fuoco 65 cm.
Diametro filtri 35,5 mm
Anni di costruzione: 1960 - 1970
Legenda
:
L sta per Lantanio (terra rara a componente radioattiva)
D significa attacco M39 Leica
Z significa attacco M42
CONCLUSIONI
Questo non è un test scientifico. E’ semplicemente una prova sul campo fatta con scrupolo e pura passione. Le immagini pubblicate in
questi articoli NON sono state corrette o migliorate con Photoshop. Unica concessione è soltanto una leggera modifica di qualche
punto valore nei parametri di esposizione se la foto risulta eccessivamente scura o chiara. Nient’altro.
L’INDUSTAR è un obiettivo vero, anche se somiglia ad un giocattolino. A prima vista, si fa fatica a credere che sia in grado di produrre
buone immagini. Tuttavia è tanto compatto quanto robusto, costruito per essere uno strumento affidabile e con vetri assolutamente
dignitosi. Il prezzo corrente di mercato è decisamente molto basso.
A dispetto delle apparenze, risulta essere un obiettivo solido
ed affidabile da cui si ottengono immagini ben contrastate e nitide tipiche dello schema Tessar.
Il microcontrasto risulta davvero buono e le immagini risultano più che soddisfacenti.
Ha dalla sua il vantaggio di essere leggerissimo, di dimensioni molto contenute, di costare davvero poco, di fornire prestazioni
più che interessanti tra cui spicca una inaspettata nitidezza centrale.
Non sono però tutte rose e fiori. Vediamo le spine.
Il prezzo da pagare è una certa scomodità nel settare i diaframmi, dato che la sottile e minuscola ghiera di selezione è stata posta
sulla parte frontale dell’obiettivo, e quindi
costringe a guardare in faccia la lente
frontale ogni volta si vuole cambiare il
diaframma. Peraltro è facile agire su due
ghiere contemporaneamente per cui bisogna
prestare attenzione.
Suggerisco di operare decidendo in
anteprima un diaframma che si ritiene più
conveniente e di agire poi solo sui tempi.
Questo evita di armaneggiare continuamente
sulla ghiera dei diaframmi che abbiamo visto
essere non propriamente comoda da
azionare.
Un altro piccolo neo è la distanza di messa a
fuoco minima piuttosto alta (65cm).
Ma in questo caso va assolutamente detto
che l’obiettivo fu progettato per le
fotocamere a telemetro e quindi ha già una
discreta distanza minima se confrontato ad
altri 50mm anche blasonati. L’ottica non è
esente da un leggero flare in certe condizioni
di luce e tende alla vignettatura a diaframmi
più aperti. Ma non trovo quest’ultimo
denomeno un problema, anzi sovente è una risorsa per ottenere foto col fascino vintage naturalesenza ricorrere alla postproduzione.
Possiamo concludere dicendo che ci sono in giro migliaia di ottime fotografie scattate in diversi decenni con l’Industar 50-2, immagini
sulle quali nessuno si perde a discutere con frasi tipo: “con che obiettivo è stata scattata?”. Della serie guardiamo il cielo e non il
dito.
Pertanto, se si desidera un piccolo gioellino, solido, tascabile, economicissimo, fosse anche solo per divertirsi e fare sfoggio con gli
amici di un’ottica così singolare, si può dire che l’Industar 50-2 rappresenti davvero un ottimo acquisto.
La denominazione Industar identifica la produzione di obiettivi a 4 lenti in tre gruppi (le due lenti posteriori sono unite)
secondo lo schema Tessar.
Sono stati classificati poco più di una ventina di modelli, dall’Industar 10 al 73. Quindi non solo il 50mm di cui ci occupiamo
ma anche altre focali. Citiamo per esempio l’Industar-58 (75mm) o l’Industar-29 (80mm) prodotti per il formato 6x6; ma
anche l’ Industar-23 (110mm) per il 6x9 e così via. Nello stesso ambito dei 50mm ci sono diverse varianti (esempio
Industar 61 L/D o L/Z *) e lo stesso 50 ha subito due evoluzioni. Il modello precedente al 50-2 non era nero ma silver,
attacco M39 ed era contraddistinto da una «pi greca» rossa. Lo vediamo nell’immagine sottostante.
L’ INDUSTAR 50-2 (M42) 50mm f/3,5 del 1978
La produzione di quest’obiettivo si ispira allo Zeiss Tessar (Occhio d’Aquila), una lente che ha fatto la storia della fotografia.
Vale la pena di ricordare che il nome Tessar deriva proprio dal numero “quattro” in greco come le lenti che lo compongono.
L’Industar 50 discende dal modello 22 prodotto inizialmente per le telemetro come clone del Leitz Elmar 50 mm f/3,5 (passo
M39) e come questo rientrante, per passare poi alla forma rigida e quindi evolversi nel modello 50-2 di cui ci occupiamo qui.
L’Industar 50mm f/3,5 della KMZ, è stato prodotto a partire dal 1955 per la fotocamera Zorki ( dalla Zorki-S fino alla Zorki 4K
degli anni ‘70) e per la Zenit (S e E) in diverse finiture (incluso il metallizzato). E’ stato prodotto inizialmente con attacco a vite
M39 e poi M42 come si vede nelle immagini soprastanti.
L’obiettivo testato è un Industar 50-2 che ha passo a vite M42, attacco introdotto nel 1947 dalla Zeiss Ikon Contax e poi adottato
da molti altri marchi tra cui Praktica e anche Asahi Pentax (1957) per i suoi Takumar, infine dalla russa Zenit e dalla Voitglander
per la Bessa Flex.
Questo passo (noto anche come 42x1) ha il vantaggio di poter essere
utilizzato con opportuni adattatori praticamente su quasi tutte le più
importanti reflex digitali moderne ( perdendo tutti gli automatismi
ovviamente).
Attraverso un comunissimo adattatore M42-NEX l’ho provato su una
Sony A7 per utilizzarlo alla focale effettiva, e va onestamente
ammesso che le immagini prodotte hanno superato le mie aspettative
e vinto il mio scetticismo iniziale. Le immagini allegate a questo
articolo credo siano di per sé esplicative. E’ vero che per le sue ridotte
dimensioni bisogna farci, come si dice in questi casi, la mano , ma in
breve ci si abitua e sembra di averlo sempre utilizzato.
Non è luminosissimo, dato che decollare da f/3,5 sconta qualche
buono stop rispetto ai 50mm f/1,8 e per ottenere buoni risultati è
suggeribile almeno utilizzarlo da f/4 in su. La resa è ottima a f/5,6 e
f/8 tanto da non far rimpiangere - soprattutto nel microcontrasto
centrale- ottiche più blasonate e decisamente assai più costose.
Ho messo alla prova l’obiettivo, come detto, montandolo su una Sony A7 tramite un adattatore M42.
Tutte le prove condotte, di cui
allego i link con relativi ingrandimenti al 100% del dettaglio, si sono svolte in ambiti diversi dalla ritrattistica.
La resa generale mi è apparsa decisamente buona. Soprattutto negli scatti tra f/5,6 e f/8 dove tira fuori una grinta di tutto
rispetto e si attenua la differenza tra il centro ed i bordi.
Al centro la nitidezza è ottima e la resa cromatica sempre buona anche a tutta apertura. Ai bordi e sugli angoli la morbidezza si
manifesta in modo del tutto evidente. Tuttavia devo dire che ho trovato obiettivi più blasonati e luminosi, oltre che decisamente più
cari, che sono riusciti a fare peggio di questo piccolo obiettivo russo.
Ho provato a fare degli scatti anche con una APSC (Fujifilm XE2) per avere dei riscontri più articolati.
Su una APSC come la Fujifilm
che uso sovente, l’obiettivo si comporta come un 75 mm, quindi un mezzo tele buono per molte occasioni.
Raffronto delle dimensioni rispetto ad alcuni 50mm, tra cui il vecchio «pancake» della Nikon, il 50mm f/1,8 serie E
Il Logo KMZ
Il modello 50 (M39) 5cm f/3,5 «pi greco» rosso del 1960
contraddistinto anch’esso da buona nitidezza nella resa.